Domenico Attianese, il losco figuro che gestisce questo blog, è un autore indipendente, un editor, un giornalista e uno studente. Qui parlerà di Scrittura e cultura di genere, giornalismo ed editoria, antichi rituali per evocare demoni e curiosità assortite da fiera itinerante. Non siate così seri.


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Le scimmie che tirano escrementi al cinema

Il professorone dei professoroni (Aka Umberto Eco) aveva ragione: internet ha dato parola a legioni di imbecilli.

Ma le cose stanno molto peggio di quanto pensasse: ha dato parola a legioni di imbecilli che criticano con le stessa lucidità di un branco di scimmie che tirano escrementi.

Un esempio lampante sono le critiche ai film e ai trailer, diventate negli anni sempre più aberranti:

  • La La Land è un pessimo film perchè non è possibile prendere un bianco come rappresentante del Jazz (si sa, è una cosa da negri con il ritmo nel sangue.)
  • Il nuovo It farà cagare perchè Beverly, una dei protagonisti, non ha le treccine.
  • La popolazione che impazzisce e urla allo scandalo perchè Wonder Woman ha le ascelle depilate nel trailer del suo film stand alone.
  • Il nuovo Alien farà cagare perchè, signora mia, gli Xenomorfi vanno fatti con i pupazzoni, sticazzi l’avanzamento tecnologico.

Solo quattro delle più recenti critiche lette in giro per il web.  Sarebbe bello se mi fossi inventato tutto, no? Ma non è così.

Notate la follia che si insinua in ogni pixel? I neuroni che bruciano alla velocità del carbone nella fornace di una vecchia locomotiva? I pregiudizi, la stupidità e la vecchiaia intellettuale assurti a metodo assoluto di giudizio?

Il perchè non lo so, non so quando un sacco di gente ha perso la capacità minima di rendersi conto che alcune delle cose che pensano sono delle cazzate e non andrebbero dette in giro. E qui torniamo a Eco. Prima, quando qualcuno pensava certe cose, era di solito isolato, la possibilità che ci due persone con lo stesso tipo di follia si conoscessero dal vivo era molto bassa. Ma oggi c’è il web, e questi folli possono ritrovarsi felicemente.

Fortunatamente chi si occupa di cinema si preoccupa di questi figuri come noi ci preoccupiamo delle zanzare. Sono innocui, ci sono, danno fastidio, ma alla fine passata la stagione spariscono senza lasciar traccia.

Tuttavia rimane la curiosità, chiamiamola scientifica: sappiamo perchè le zanzare ci ronzano intorno per succhiarci il sangue, ma non sappiamo perchè questa gente sia così convinta nel pensare, credere e difendere stupidaggini.

Forse non lo sapremo mai.


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Buon Halloween con un mucchio di regali!

Halloween, la festa dell’Avversario, di Satana, di Colui-che-non-deve-essere-nominato…eppure quest’anno ci sono un sacco di ghiotti regali per chiunque ami leggere, in special modo Horror!

Un Evergreen!

Per prima cosa c’è il mio racconto “La Cena di Halloween” sul blog Luce Nella Tenebra, in più ci sono un sacco di post a tema, suggerimenti di lettura e per la visione di film dai temi Spaventosi.
Insomma, per una full immersion nel terrore di Halloween, è il blog che fa per voi! (E in più c’è un mio racconto!

Come secondo regalo c’è un nuovo ebook in circolazione “Cosa fare in una città mentre aspetti di morire“, di Kara Lafayette.
Un’antologia Horror in promozione a 99 centesimi, non potete farvela scappare, anche perchè è il modo migliore, per chi di voi è miscredente, di provare una nuova ed interessante scrittrice!

Per ultimo, ma non ultimo, c’è Alessandro Girola con il suo nuovo ebook per Halloween “Ragnocosa” e con una promozione, valida solo per oggi, per il suo ebook “Il Palio“!

E scherzavo, c’è ancora un ultimo presente halloweenesco da scoprire, questa volta da parte di Davide Mana: la raccolta completa dei sei Orrori della Valle Belbo in un’unica raccolta!

Babbo Nachele

Buon Halloween!


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I Dieci Film più odiati degli ultimi 150 anni – Secondo Round: I Perchè

Prima di passare alle accuse che molti fanno ai dieci film in questione (Quelli elencati in questo post) credo sia necessario fare il punto della situazione che viviamo oggi attraverso internet, ossia come il web ha modificato il nostro rapporto con gli altri.*

Proprio un paio di giorni fa esce questo post su Strategie Evolutive, leggetelo e poi tornate qui.
Letto?
Oltre all’analisi del danno che ha fatto il web al mondo della scrittura, e al sacrosanto diritto di uno scrittore di fare lo scrittore, nei commenti c’è il nuovo comandamento della generazione digitale:

[…] Tutti possono dire tutto e tu non ci puoi fare niente.

 Un’affermazione che, sotto il post in questione, riassume la situazione di internet in questo preciso momento storico: tutti si sentono in dovere di dire stupidaggini per il solo motivo che lo possono fare.

In ambito cinematografico è la stessa identica cosa, tutti si sentono in diritto di esprimere la propria opinione senza fermarsi un secondo a pensare se la cosa sia utile oppure no.
E posso anche farvi un esempio positivo: il mio!

Il Racconto dei Racconti_Locandina

Il Racconto dei Racconti è un film che NON mi è piaciuto, mi ha annoiato molto, tuttavia posso dire che:

  1. Gli attori sono stati grandiosi.
  2. Gli effetti speciali erano meravigliosi, così come i costumi e le scenografie.
  3. La “Sceneggiatura” era perfetta, ripresa in modo quasi totalmente fedele alle favole di Basile.

Se avessi scritto una recensione per dire al mondo che il film non mi era piaciuto avrei potuto scegliere due strade:

  1. Parlarne male perchè se non era piaciuto a me significa che faceva schifo a prescindere (Quello che molti fanno oggi.)
  2. Avrei parlato bene del film, in modo esclusivamente tecnico perchè non mi aveva emozionato, dire perchè non mi aveva emozionato* e finirla lì.

Nel primo caso sarei stato un disonesto, nel secondo caso avrei espanso inutilmente un’opinione strettamente personale che si poteva riassumere, come ho fatto, in “Non mi è piaciuto”, la differenza sta nella capacità di giudizio.
Mi rendo perfettamente conto che la noia provata nel vedere “Il Racconto dei Racconti” è una cosa prettamente personale, che il film in se era un gran film e che, chi lo sa, in futuro una seconda visione me lo avrebbe potuto far apprezzare.

Non mi è mai passato per la testa di spacciare in giro la mia esperienza con il film come verità universale, come molti, invece, sembrano voler fare.
Ma perchè vogliono farlo?
Il web 2.0 ha avvicinato sempre di più il concetto di comunità virtuale a quello di comunità tribale: entrambe si basano sull’oralità ed entrambe sono società costruite intorno a nuclei comuni per tutti.***

Ma le società tribali hanno la pecca di costringere le persone a comportamenti comuni ed uniformati, come appunto succede nei casi da me citati.
I famosi dieci film più odiati degli ultimi 150 anni  non sono piaciuti a molte persone, e questo è legittimo.
Queste persone, ed è qui che inizia la follia, si sentono in dovere di affermare la propria verità perchè se venisse fuori che la loro verità non è quella “Assoluta” perderebbero senso di appartenenza.
Loro devono avere ragione perchè avere ragione è l’unica cosa che li fa sentire parte di una comunità.

E ci sarebbe da riflettere sul fatto che esistono persone che si sentono unite solamente dall’odio verso qualcosa.
Piccole tribù spaventate che hanno paura anche di confrontarsi col mondo esterno.


*Il post sarebbe dovuto uscire la settimana scorsa, ma degli impedimenti hanno, appunto, impedito l’uscita del post!
**Non starò qui a spiegare perchè, altrimenti avrei scritto una recensione!
***Un discorso abbastanza lungo, in breve: La nostra scrittura su internet deriva direttamente dalla nostra oralità; su facebook, o su qualsiasi altro social, la nostra cerchia di amici ha i nostri stessi interessi.

 


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Momento, momento, momento…

Vi osservo, anche se sembro non esserci!
Mi dovrete perdonare, ma la seconda parte del post che scrissi la settimana scorsa sui Dieci film più odiati dall’umana umanità andrà in onda settimana prossima, intanto potete godervi il post di oggi di Davide Mana nel quale si pone, più o meno, buona parte delle domande che intendo pormi la settimana prossima, ma sul versante letterario.

Intanto Godetevi Gaber, io vado a combattere con il dentista!


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I Dieci Film più odiati degli ultimi 150 anni – Primo Round: I retroscena

Tutti i gusti sono gusti.
Questa è una verità innegabile, soprattutto perchè i gusti, dai cibi ai film, nascono e crescono in base all’educazione, all’ambiente, alle abitudini…non a tutti piacciono le stesse cose, insomma.
Il problema nasce quando qualcuno vuole imporre i propri gusti come verità universale (Ciao, Croce.), se una cosa mi piace allora è bellissima e fatta bene, se non mi paice fa schifo ed è fatta male.
Mi spiace, le cose non funzionano così.

Ci sono milioni di persone che leggono porcherie come Twilight e derivati, le 50 sfumature, After e altre oscenità simili. Sono prodotti che di certo piacciono a un sacco di persone, nondimeno sono prodotti scadenti, di bassa qualità e di cui il mondo non sentirebbe la mancanza.
In sostanza: può piacervi la merda, ma non venirmi a dire che si tratta di caviale.

Non è caviale!

Non è caviale!

Nell’era del web 2.0 questa è però una soglia superata, il senso critico è andato via via scemando e molte persone hanno ridotto il loro punto di vista a bianco o nero, ma non solo,il bianco è sempre bianchissimo e il nero è sempre nerissimo.

Ed è qui che arriviamo alla lista dei film:

Quella Casa nel Bosco.
La Grande Bellezza.
Pacific Rim.
Cloud Atlas.
Prometheus.
Gravity.
Il Racconto dei Racconti.
Mad Max: Fury Road.
The Green Inferno.
The Martian.

Quesa lista, in rigoroso ordine sparso, è l’elenco dei dieci film più odiati degli ultimi 150 anni. Una strana lista, a bene vedere, perchè, per quanto non possano piacere (Il Racconto dei Racconti, con buona pace di Garrone, mi ha annoiato a morte), sono film eccellenti:

  1. Grandi registi.
  2. Grandi attori.
  3. Grandi storie.
  4. Grandi effetti speciali.
  5. Grandi musiche, quasi sempre.

Piccoli e grandi capolavori, perle di genere o moderne pietre miliari  sono film che, chi più chi meno, resteranno nella storia del cinema.
Sono film che hanno diviso l’opinione pubblica, ma che, nonostante siano usciti da pochi anni, sono riusciti a concentrare su di loro tutto l’odio della comunità dei fan online (l’imbarbarimento del web è stato molto più rapido e totale di quanto ci piaccia ricordare.)
La scuola critica principale su questi film è: “sono brutti, non mi piacciono, fanno schifo, chi li guarda è un imbecille/snob/non capisce nulla.”

Troll

Oltre alla stupidità del fatto di voler convertire gli altri alle proprie convinzioni (si, perchè le discussioni su questi film, come su molte altre cose, non restano pacate come è successo sul mio profilo. Spesso si degenera in modi assurdi.), mi sono chiesto: che hanno fatto di male, questi poveri film, per essere odiati così tanto?
Perchè, nonostante siano dei bei film, sono odiati così tanto?

Questo lo analizzeremo nel prossimo post, vedremo le colpe di questi film e perchè hanno la stessa validità di quanta ne ha Dracula 3D come prodotto di interesse culturale nazionale.


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Il Paradosso di Bake Off

Una cosa che amo fare, e nella quale me la cavo molto bene, è cucinare. Mi piacciono gli odori, i colori e, ovviamente, i sapori.
Amavo farlo da prima dell’esplosione mediatica che ha avuto il cibo e, infatti, raramente guardo programmi a tema, li trovo tutti simili e noiosi, poi mi sono imbattuto in Bake Off UK.
Si tratta di un programma in cui dei pasticcieri amatoriali devono sfidarsi, puntata dopo puntata, in una gigantesca varietà di preparazioni dolciarie attraverso tre prove per ogni puntata. Il bello di questo programma, quello che mi ha appassionato, è stata la varietà di dolci proposta e il fatto che analizzavano i diversi metodi di preparazione, il che mi ha fatto imparare un sacco di cose sulla preparazione dei dolci.

Luis. Il migliore, riusciva a creare delle vere e proprie opere d’arte.

I concorrenti del programma inglese, anche se erano solo “amatoriali”, riuscivano a creare dei dolci di una complessità, di una originalità e di una bellezza unici (La cosa più semplice? Un “Set” di biscotti, disegnati in modo perfetto, che rapprensentavano la lotta tra San Giorgio e il Drago).
Quando ho visto che c’era anche la versione Italiana, nonostante i giudici mi fossero alquanto antipatici, ho deciso di vedere le prime puntate, sempre per lo stesso principio: Bravissimi pasticcieri che cucinano e io che posso imparare.
Purtroppo, Bake Off Italia non era allo stesso livello.

A prescindere dal fatto che non si possono paragonare le abilità degli “amatoriali” italiani con quelle degli inglesi, il che ci può dare già una perfetta idea di cosa si intende per amatoriale qui in Italia, ma il problema principale è il programma stesso.
In Italia c’è questo mito della sofferenza, il fatto che per creare qualcosa di buono devi, per forza, superare atroci difficoltà, gettarci l’anima, il sudore e il sangue, combattere “i tuoi demoni” e, alla fine, uscirne vincitore.
E la differenza tra i due programmi, come la differenza di mentalità tra noi e il resto del mondo civile, è questa.

Mentre in Bake Off Uk i partecipanti dovevano preparare dolci difficilissimi, magnifiche composizioni e utilizzare tutte le loro abilità e basta, in Bake Off Italia i dolci da preparare, almeno fin ora, sono “Semplici”, ma vengono imposti ai partecipanti alcune ridicole limitazioni:

  1. Tempi volutamente ristretti, perchè devono saper fare le cose ad una velocità disumana.
  2. In alcune prove non hanno potuto utilizzare determinati strumenti (La planetaria, ad esempio).

Sempre Luis, mitico!

L’esempio di Bake Off può apparire assurdo, ma l’ispirazione per questo post (Dopo mesi di assenza :O) mi è venuta dall’ambiente universitario, nel quale ho ritrovato lo stesso tipo di “Principio della sofferenza”.
Un corso che poteva essere tra i più interessanti si è rivelato uno dei più fastidiosi perchè l’esame consisteva in una tesina, con le seguenti limitazioni:

  1. I libri o gli autori scelti da analizzare/su cui scrivere il saggio potevano essere esclusivamente italiani. Perché è una cosa insensata? Perché se il mio corso di laurea dovrebbe insegnarmi a muovermi in ambito editoriale dovrei avere a che fare con tutto il mondo, specie nel caso in cui di un determinato argomento ci sono libri migliori scritti da autori stranieri che italiani
  2. Non sono ammessi errori di battitura (Apostrofi a caso, virgole mancanti, punti mancanti, etc. etc.) pena un abbassamento del voto ridicolmente pesante. Perché è una cosa insensata? Non sto neanche a spiegarlo.
  3. Il limite sono 10.000 battute (A prescindere dal fatto che ormai certe cose si dovrebbero misurare in parole), ma bastano a malapena a dare un senso compiuto ad un’idea storpia utilizzando citazioni su citazioni. Perché è una cosa insensata? Data la limitazione degli autori italiani, creare un saggio sull’argomento del corso in così poche parole (Circa 2000. Un lungo articolo.) è un’impresa titanica.

In poche parole non è importante che sia originale, abbia una scrittura brillante o spazi tra vari autori (O meglio, sono cose risibili rispetto al resto), l’importante sono le limitazioni, il sottostare a loro.
Forse non ne usciranno giornalisti in grado si scrivere saggi appassionati, originali, brillanti o ben scritti, ma di sicuro saranno in grado di cucire un’accozzaglia di citazioni e dar loro senso compiuto.


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Avengers: Age of Ultron

La Locandina del secondo film sui Vendicatori del Marvel Cinematic Universe!

La Locandina del secondo film sui Vendicatori del Marvel Cinematic Universe!

Prima di parlare di questo film c’è bisogno di una precisazione: sulla mia spalla c’è una scimmia enorme fin dalla fine del primo The Avengers, quando il volto di Thanos si è girato ghignando verso il pubblico, che è diventata delle dimensioni di King Kong quando ho letto il titolo degli ultimi due film dedicati ai Vendicatori, in uscita per il 2018 e il 2019: “Infinity War”.
Libidine Pura.
Lo attendo con l’ansia di un bambino che attende il Natale, ma sa che mancano ancora 3 maledettissimi anni a quel Natale.
Il che ha reso ancora più epica e magnifica la scena dopo i titoli di coda, ma di questo ve ne parlerò alla fine.
Fatta questa precisazione, ovviamente la scimmia c’era anche per questo “Avengers: Age of Ultron” fin dalla visione del primo trailer.
Come si fa a non andare in brodo di giuggiole alla promessa di un nemico come Ultron?
La Visione, Scarlet e Quicksilver su grande schermo? Come sopra, ma alla promessa di tre dei più grandi membri dei vendicatori finalmente su grande schermo?.
Lo scontro Hulk vs Hulkbuster sarebbe bastato per spingermi ad andare al cinema, una delle cose che da anni i fan aspettavano di vendere.
Ha mantenuto queste promesse? Ci sono state cose che non mi sono piaciute? Ci sono state cose epiche? Ora ne parliamo! (Senza spoiler, che ci saranno solo nella scena post Credit!)

Libidine Pura, come dicevo. Aumentata alla visione del film "I Guardiani della Galassia"

Libidine Pura, come dicevo. Aumentata alla visione del film “I Guardiani della Galassia”

Il film mi è piaciuto? Moltissimo, l’attesa è valsa la pena.
Non è possibile un confronto con il primo perchè il primo aveva quell’aura di “OH. MIO. DIO. I VENDICATORI!”, un’aura di novità che questo film non può avere, ma ci sono state molto altre cose epiche, come ho elencato prima.
Tutte le promesse sono state mantenute.

I Vendicatori vengono ritratti come un gruppo molto più affiatato di prima, nonostante i problemi e i segreti che hanno tra loro riescono a lasciarseli alle spalle, proprio perchè ormai sono amici più che colleghi. Anzi, Hulk e la Vedova nera sembrano proprio qualcosa di più, e una delle poche cose che non mi sono piaciute non sono state tanto la pseudo storia d’amore tra i due, ma come hanno ridotto i personaggi vittima di quel sentimento. Potevano gestirlo meglio, ma non è neanche un gran problema. Si fanno perdonare con la scena del bacio.
Splendida.

Ultron si è presentato come una vera e propria calamità per i Vendicatori, non solo per il controllo dell’esercito di “Iron Man”, ma anche per la sua lucida follia.
Loki voleva conquistare il mondo, lui vuole estinguere l’intera razza umana come ai bei vecchi tempi dei dinosauri: Con un meteorite.
Non c’è paragone tra i due, oltre al fatto che Loki, alla fine, era un “Burattino”, se vogliamo usare un vocabolario caro ad Ultron.

La gestione dei personaggi è splendida, nonostante siano aumentati notevolmente. 
Oltre un doveroso sguardo su Occhio di Falco, che nel primo film è passato un po’ in secondo piano perchè ha passato la prima parte del film a tentare di far fuori il resto dei vendicatori, l’introduzione di ben tre nuovi supereroi, pi l’apparizione di tutti i supereroi “Secondari” apparsi nei vari film, non appesantisce minimamente la narrazione.
Vengono gestiti tutti magnificamente.
I Gemelli potenziati dal Barone Struker  grazie allo scettro di Loki, Pietro e Wanda Maximoff, hanno motivazioni valide per fare quello che fanno, e non sono “Cattivi da strapazzo”, ma diventano quello che sono nei fumetti: Scarlet e Quicksilver, due dei più importanti, potenti e utili membri dei Vendicatori.
Splendido anche il Cameo di Stan Lee, uno dei miglior fin ora!

Il Combattimento tra Iron Man che indossa l’armatura Hulkbuster e l’Hulk furioso per l’inganno mentale di Scarlett è qualcosa di magnifico, qualcosa che tutti quelli che abbiano mai letto uno scontro di quel genere hanno sempre desiderato vedere.
Non spendo parole su questo perchè non ce ne sono, è un desiderio che finalmente è diventato realtà. Dovete vederlo!

Nell'angolo verde...Hulk! Nell'angolo rosso...Veronica!

Nell’angolo verde…Hulk! Nell’angolo rosso…Veronica!

La Visione è una delle new entry più interessanti sia per questo film che per i film futuri.
Nei fumetti Visione è un androide assemblato da Ultron per, perdonate il gioco di parole, vendicarsi dei Vendicatori. Qui, invece, costruisce il suo corpo come proprie evoluzione per poi ritrovarselo come nemico una volta giunto all’attuazione del suo piano finale.
Con tanto di ammiccata a Scarlet.
Ma perchè non ne ho parlato prima, quando ho accennato alla gestione dei personaggi?

Leggete le prossime righe, in cui c’è una piccola ipotesi sul futuro della “Visione” all’interno dell’Universo Marvel Cinematografico!

Tuttavia in questo film si iniziano a gettare le basi per “Infinity War”, prima con Thor, sul quale il trucco mentale di Scarlet non incasina la mente, ma gli permette di avere una visione del futuro e di comprendere una cosa: 4 delle gemme dell’infinito si sono palesate negli ultimi anni, c’è qualcosa che non va.
Un pericolo che quindi lo spinge a dare una mano nella creazione della Visione (Come lo vedrete nel film.) perchè in possesso della gemma della mente.
Cosa c’entra la Visione con la gemma della mente? Niente, ma l’ipotesi è che nell’universo cinematografico “La Visione” sia stata fusa con un altro androide dell’Universo Marvel, anche questo nato sulla terra, ma nemico giurato, e amico fidato, di Thanos di Titano: Adam Warlock.
Adam Warlock araldo della vita, vita che La Visione, come dice più volte, è disposto a proteggere.
Adam Warlock in possesso della gemma della mente, incastonata sulla sua fronte, così come è incastonata sulla fronte della Visione.
Adam Warlock nato da un bozzolo impenetrabile, così come è nata La Visione.
Ipotesi abbastanza fondata, credo, sulla quale torneremo nei prossimi giorni.

Il tono è diventato più cupo rispetto al primo film, una cambiamento doveroso dato il calibro del nemico, un tono cupo che però non scimmiottala DC, il cui “cupo” a volte sfocia nel ridicolo (Qualcuno ha detto Man of Steel?), ma che la scia spazio a numerosi momenti comici davvero spettacolari, come:
Il cameo di Stan Lee.
La prova del Martello, specialmente quando tocca alla Visione.
Il povero War Machine.
Un paio di volte lo stesso Ultron (Può non piacere che l’abbiano umanizzato, ma non è l’Ultron dei fumetti! Questo Ultron ha preso tutto dal papà Tony Stark, quindi è ovvio che sia sarcastico.)
La battute di Tony.
E questi solo per farvi degli esempi!

In conclusione questo film è stato uno spettacolo, bellissimo sotto quasi ogni punto di vista, con qualche ovvio neo, ma niente di particolarmente grave.
Pieno di momenti epici, ma davvero pieno, altrettanto pieno di momenti divertenti nonostante la cupezza.
Un’impresa creare una cosa del genere dopo il Primo “The Avengers”, ma Joss Whedon è un genio, e questa ne è un’ulteriore prova.
Usando poche parole: Una figata, guardatelo!

ENORMI SPOILER SULLA SCENA POST CREDIT E SULLE GEMME DELL’INFINITO!!

Le gemme dell’Infinito fin ora apparse, e quelle ancora mancanti! (Sono nell’ordine giusto? Indovinatelo 😉 )

E ora arriviamo alla scena post credit!
La scena, come ho scritto su facebook, forse più “Telefonata” di tutti i film Marvel.
La più OVVIA.
In special modo dopo che nel film si parla tanto delle Gemme dell’Infinito, ma ci siamo, siamo arrivati alla scena Post Credit più FIGA, EPICA e piena di HYPE di tutti i tempi:

Guanto dell’Infinto.
Parole che risuonano nell’oscurità “Vorrà dire che dovrò farlo da solo.”
Thanos che prende ed indossa il Guanto!
Sipario.

 La Guerra dell’Infinito ci attende.


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Volevo iniziare un corso di scrittura…

House_of_Cards_Terza_Stagione Una delle cose che mi ha tenuto impegnato in questi giorni!…o almeno era quello il mio intento per il “Dopo Pasqua”.
Seguire un interessante corso di Scrittura trovato online, che alla fine mi avrebbe portato a produrre un paio di racconti conclusi e un altro paio di idee per altrettanti racconti.
Seguire interessanti lezioni e produrre qualcosa di utile, unire l’utile al dilettevole insomma. (Leggere libri, seguire corsi particolari, leggere manuali interessanti…la parte divertente del tentare di raggiungere la perfezione è la strada che si percorre!)

Purtroppo non ho ancora potuto iniziarlo, perchè il dopo Pasqua mi ha riservato sorprese.
Belle da un lato e brutte dall’altro.
Prima di tutto ho un paio di editing da terminare, e devo terminarli assolutamente, ma questi erano già in conto, e avrei avuto anche il tempo per fare quel corso e, contemporaneamente, riscrivere un vecchio racconto per darlo in pasto al Grande Dio Amazon (E, nel mentre, fare un po’ di pubblicità al mio nuovo ebook disponibile sia in mobi che in epub…*).

E queste erano le cose in programma, poi sono accadute cose che in programma non c’erano e che sono in parte una benedizione e in parte una maledizione.
I Corsi universitari.
Questi si, erano in programma, ma non immaginavo come si sarebbero dovuti svolgere.
Devo seguirli tutti perchè, per tutti e tre i corsi che sto seguendo ora, c’è bisogno, alla fine, di scrivere un saggio. Quindi devo essere presente per comprendere i professori che cosa vogliono, ma non solo.
Per due di essi i saggi, o delle “esercitazioni”, devono essere scritti lezione per lezione…ergo, questa cosa mi tiene impegnato, almeno sul versante scrittura, la maggior parte del tempo libero. (Mentre il resto è impegnato a sottolineare libri per altri esami…)

Una benedizione perchè, in questo modo, gli esami saranno più leggeri, sia perchè parte dell’esame sono i saggi sia perchè, in questo modo, si studia man mano che si fanno i corsi, ma una maledizione perchè tutto il tempo a mia disposizione è assorbito da questi saggi, il che mi impedisce, quasi del tutto, di fare qualsiasi altra cosa.

Quantomeno posso vedere serie tv e leggere fumetti, attività che, fortunatamente, prendono poco tempo.
C’è sempre bisogno di qualche attività per staccare dalla quotidianità e, oltre a queste, c’è sempre il cinema.
Cui mi dedicherò tra due giorni, andando a vedere “The Avengers: Age of Ultron”.
-2.

 


*Un esempio di come non avevo in programma di fare pubblicità 😀

 


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Signore e signori, vi presento Fable Revolution…

…”Come una favola ha rivoluzionato i videogiochi” termina il titolo del mio nuovo ebook, un saggio su un videogame RPG, Fable, edito per i tipi di 40k!

Ho riscritto questo post almeno tre volte, ma alla fine mi sembra tutto superfluo e finto.
Sono felice che questo mio ebook sia finalmente uscito, sono felice di aver trovato un editore valido e sono felice di aver iniziato una collaborazione che potrebbe portare, in futuro, ad altri progetti.

Questo è tutto, alla fine, e, in più, basta dare un’occhiata ad alcune degli autori che fanno parte, ormai, del mio stesso catalogo per rimanere un attimino straniti:
Paul Di Filippo.
Cory Doctorow.
Mike Resnik.
Bruce Sterling.
Jeff VanderMeer.
Vedere il proprio nome accanto a quello di autori di questo calibro è, quantomeno, emozionante 😀

Ma ora parliamo dell’ebook e di come è nato, cosa più importante!
Una delle cose più interessanti dell’editore 40k è la piattaforma che ha per mettersi in contatto con autori che vogliono proporre propri lavori.
Semplice ed efficace: Inserisci il nome, una tua biografia e la tua idea. Se la tua idea piace, allora ti daranno il via per scrivere l’ebook per loro.
E così ho fatto, con l’idea di un saggio su Fable, un videogioco che ho sempre amato, per poi ricevere risposta positiva e mettermi a lavoro!

Il prodotto è questo ebook, un breve saggio su Fable e su come questa semplice fiaba abbia rivoluzionato la concezione di libertà e moralità nei videogiochi.
Piuttosto che parlarvi di questo ebook, però, vi lascio la sinossi, visto che mi è anche riuscita molto bene usiamola!

Quante volte avete ucciso e la polizia si è dimenticata di voi? Quante volte avete rubato e nessuno ha detto nulla? Quante volte avete distrutto di tutto senza che nessuno facesse nulla? Fable ha cambiato tutto questo.
Nel lontano 2004 Peter Molyneux ha creato quello che sarebbe stato una rivoluzione nei videogiochi, la pietra miliare di una generazione di videogiocatori in grado di decidere il proprio destino all’interno di un videogame.
Crescere secondo le proprie idee, essere liberi di fare quello che si vuole, dei o demoni, con la consapevolezza che il mondo del gioco e la storia cambierà in base alle vostre scelte. Avere il destino nelle vostre mani, questo è quello che è stato Fable.
Come è stato creato? Perché ha avuto tanto successo? Cosa aveva di tanto speciale? Aprite queste pagine, avventuratevi in questo saggio che vi narrerà la sua favola in meno di 40.000 caratteri.

Vi lascio qui il link per raggiungere la pagina dell’ebook, dove troverete questo link per acquistare l’ebook in formato mobi su Amazon e questo link per acquistarlo in formato epub sul sito Bookrepublic.


Cosa fate ancora qui?

Andate a scoprire come è nata una leggenda!


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HPL 300: Finalmente il mio turno!

Sapete cos’è un “Dribble Novel”? Una Bribble Novel è una narrazione scritta (Racconto, novella, romanzo o altro) nato da brandelli più piccoli, di 100-300 parole l’uno, che poi vengono uniti insieme per formare un unicum omogeneo, ovviamente armonizzando tutti i “brandelli letterari”, se non si erano scritti fin dall’inizio per quello scopo.
Perchè è quasi sempre così, questi brandelli sono appunti, idee, parti di storie venute in mente al momento, raramente sono qualcosa di scritto con lo scopo di creare qualcosa.

E se così non fosse?
Cosa succederebbe se si scrivessero tanti brandelli allo scopo di creare una storia?
No, la domanda non è questa, perchè questo è quello che fanno tutti gli scrittori, singolarmente.
Cosa succederebbe se tanti scrittori si unissero per scrivere un racconto? 300 parole alla volta?
Nascerebbe HPL 300.

Alessandro Girola ha sempre avuto la stoffa per organizzare progetti che, in un paese come questo, nessuno si sarebbe sognato di organizzare.
Concorsi di scrittura di cui si è parlato per anni come Ucronie Impure.
Progetti di scrittura condivisi come il Survival Blog.
Round Robin come Due Minuti a Mezzanotte.
Ed ora ha deciso di raggruppare un considerevole numero di ottimi scrittori per creare una Dribble Novel a tema Lovecraftiano ed io ho la fortuna di affiancarli e di partecipare ad HPL 300 (Si tratta di Lovecraft, non potevo non partecipare! :D) con un mio capitolo, che andrà in onda domani, sul blog di Alessandro!

Intanto, vi lascio con la lista dei capitoli già usciti (Leggeteli, sono appena sei, 1800 parole al massimo. Non ci vuol molto!) e la lista di tutti gli scrittori che parteciperanno, o dovranno partecipare, alla Dribble Novel:

Capitolo 1: Alessandro Girola (pubblicato)
Capitolo 2: Marco Siena
Capitolo 3: Davide Mana
Capitolo 4: Daniele Ramella
Capitolo 5: Lucius Etruscus
Capitolo 6: Giordano Efrodini
Capitolo 7: Domenico Attianese
Capitolo 8: Lucia Patrizi
Capitolo 9: Mala Spina
Capitolo 10: Fabrizio Borgio
Capitolo 11: Germano Hell Greco
Capitolo 12: Marina Belli
Capitolo 13: Angelo Benuzzi
Capitolo 14: Marco Valle
Capitolo 15: Luca Tarenzi
Capitolo 16: Matteo Poropat
Capitolo 17: Angelo Sommobuta Cavallaro
Capitolo 18: Gianluca Santini
Capitolo 19: Claudio Vergnani
Capitolo 20: Massimo Mazzoni