Domenico Attianese, il losco figuro che gestisce questo blog, è un autore indipendente, un editor, un giornalista e uno studente. Qui parlerà di Scrittura e cultura di genere, giornalismo ed editoria, antichi rituali per evocare demoni e curiosità assortite da fiera itinerante. Non siate così seri.


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Le scimmie che tirano escrementi al cinema

Il professorone dei professoroni (Aka Umberto Eco) aveva ragione: internet ha dato parola a legioni di imbecilli.

Ma le cose stanno molto peggio di quanto pensasse: ha dato parola a legioni di imbecilli che criticano con le stessa lucidità di un branco di scimmie che tirano escrementi.

Un esempio lampante sono le critiche ai film e ai trailer, diventate negli anni sempre più aberranti:

  • La La Land è un pessimo film perchè non è possibile prendere un bianco come rappresentante del Jazz (si sa, è una cosa da negri con il ritmo nel sangue.)
  • Il nuovo It farà cagare perchè Beverly, una dei protagonisti, non ha le treccine.
  • La popolazione che impazzisce e urla allo scandalo perchè Wonder Woman ha le ascelle depilate nel trailer del suo film stand alone.
  • Il nuovo Alien farà cagare perchè, signora mia, gli Xenomorfi vanno fatti con i pupazzoni, sticazzi l’avanzamento tecnologico.

Solo quattro delle più recenti critiche lette in giro per il web.  Sarebbe bello se mi fossi inventato tutto, no? Ma non è così.

Notate la follia che si insinua in ogni pixel? I neuroni che bruciano alla velocità del carbone nella fornace di una vecchia locomotiva? I pregiudizi, la stupidità e la vecchiaia intellettuale assurti a metodo assoluto di giudizio?

Il perchè non lo so, non so quando un sacco di gente ha perso la capacità minima di rendersi conto che alcune delle cose che pensano sono delle cazzate e non andrebbero dette in giro. E qui torniamo a Eco. Prima, quando qualcuno pensava certe cose, era di solito isolato, la possibilità che ci due persone con lo stesso tipo di follia si conoscessero dal vivo era molto bassa. Ma oggi c’è il web, e questi folli possono ritrovarsi felicemente.

Fortunatamente chi si occupa di cinema si preoccupa di questi figuri come noi ci preoccupiamo delle zanzare. Sono innocui, ci sono, danno fastidio, ma alla fine passata la stagione spariscono senza lasciar traccia.

Tuttavia rimane la curiosità, chiamiamola scientifica: sappiamo perchè le zanzare ci ronzano intorno per succhiarci il sangue, ma non sappiamo perchè questa gente sia così convinta nel pensare, credere e difendere stupidaggini.

Forse non lo sapremo mai.


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Buon Halloween con un mucchio di regali!

Halloween, la festa dell’Avversario, di Satana, di Colui-che-non-deve-essere-nominato…eppure quest’anno ci sono un sacco di ghiotti regali per chiunque ami leggere, in special modo Horror!

Un Evergreen!

Per prima cosa c’è il mio racconto “La Cena di Halloween” sul blog Luce Nella Tenebra, in più ci sono un sacco di post a tema, suggerimenti di lettura e per la visione di film dai temi Spaventosi.
Insomma, per una full immersion nel terrore di Halloween, è il blog che fa per voi! (E in più c’è un mio racconto!

Come secondo regalo c’è un nuovo ebook in circolazione “Cosa fare in una città mentre aspetti di morire“, di Kara Lafayette.
Un’antologia Horror in promozione a 99 centesimi, non potete farvela scappare, anche perchè è il modo migliore, per chi di voi è miscredente, di provare una nuova ed interessante scrittrice!

Per ultimo, ma non ultimo, c’è Alessandro Girola con il suo nuovo ebook per Halloween “Ragnocosa” e con una promozione, valida solo per oggi, per il suo ebook “Il Palio“!

E scherzavo, c’è ancora un ultimo presente halloweenesco da scoprire, questa volta da parte di Davide Mana: la raccolta completa dei sei Orrori della Valle Belbo in un’unica raccolta!

Babbo Nachele

Buon Halloween!


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I Dieci Film più odiati degli ultimi 150 anni – Secondo Round: I Perchè

Prima di passare alle accuse che molti fanno ai dieci film in questione (Quelli elencati in questo post) credo sia necessario fare il punto della situazione che viviamo oggi attraverso internet, ossia come il web ha modificato il nostro rapporto con gli altri.*

Proprio un paio di giorni fa esce questo post su Strategie Evolutive, leggetelo e poi tornate qui.
Letto?
Oltre all’analisi del danno che ha fatto il web al mondo della scrittura, e al sacrosanto diritto di uno scrittore di fare lo scrittore, nei commenti c’è il nuovo comandamento della generazione digitale:

[…] Tutti possono dire tutto e tu non ci puoi fare niente.

 Un’affermazione che, sotto il post in questione, riassume la situazione di internet in questo preciso momento storico: tutti si sentono in dovere di dire stupidaggini per il solo motivo che lo possono fare.

In ambito cinematografico è la stessa identica cosa, tutti si sentono in diritto di esprimere la propria opinione senza fermarsi un secondo a pensare se la cosa sia utile oppure no.
E posso anche farvi un esempio positivo: il mio!

Il Racconto dei Racconti_Locandina

Il Racconto dei Racconti è un film che NON mi è piaciuto, mi ha annoiato molto, tuttavia posso dire che:

  1. Gli attori sono stati grandiosi.
  2. Gli effetti speciali erano meravigliosi, così come i costumi e le scenografie.
  3. La “Sceneggiatura” era perfetta, ripresa in modo quasi totalmente fedele alle favole di Basile.

Se avessi scritto una recensione per dire al mondo che il film non mi era piaciuto avrei potuto scegliere due strade:

  1. Parlarne male perchè se non era piaciuto a me significa che faceva schifo a prescindere (Quello che molti fanno oggi.)
  2. Avrei parlato bene del film, in modo esclusivamente tecnico perchè non mi aveva emozionato, dire perchè non mi aveva emozionato* e finirla lì.

Nel primo caso sarei stato un disonesto, nel secondo caso avrei espanso inutilmente un’opinione strettamente personale che si poteva riassumere, come ho fatto, in “Non mi è piaciuto”, la differenza sta nella capacità di giudizio.
Mi rendo perfettamente conto che la noia provata nel vedere “Il Racconto dei Racconti” è una cosa prettamente personale, che il film in se era un gran film e che, chi lo sa, in futuro una seconda visione me lo avrebbe potuto far apprezzare.

Non mi è mai passato per la testa di spacciare in giro la mia esperienza con il film come verità universale, come molti, invece, sembrano voler fare.
Ma perchè vogliono farlo?
Il web 2.0 ha avvicinato sempre di più il concetto di comunità virtuale a quello di comunità tribale: entrambe si basano sull’oralità ed entrambe sono società costruite intorno a nuclei comuni per tutti.***

Ma le società tribali hanno la pecca di costringere le persone a comportamenti comuni ed uniformati, come appunto succede nei casi da me citati.
I famosi dieci film più odiati degli ultimi 150 anni  non sono piaciuti a molte persone, e questo è legittimo.
Queste persone, ed è qui che inizia la follia, si sentono in dovere di affermare la propria verità perchè se venisse fuori che la loro verità non è quella “Assoluta” perderebbero senso di appartenenza.
Loro devono avere ragione perchè avere ragione è l’unica cosa che li fa sentire parte di una comunità.

E ci sarebbe da riflettere sul fatto che esistono persone che si sentono unite solamente dall’odio verso qualcosa.
Piccole tribù spaventate che hanno paura anche di confrontarsi col mondo esterno.


*Il post sarebbe dovuto uscire la settimana scorsa, ma degli impedimenti hanno, appunto, impedito l’uscita del post!
**Non starò qui a spiegare perchè, altrimenti avrei scritto una recensione!
***Un discorso abbastanza lungo, in breve: La nostra scrittura su internet deriva direttamente dalla nostra oralità; su facebook, o su qualsiasi altro social, la nostra cerchia di amici ha i nostri stessi interessi.

 


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Il Paradosso di Bake Off

Una cosa che amo fare, e nella quale me la cavo molto bene, è cucinare. Mi piacciono gli odori, i colori e, ovviamente, i sapori.
Amavo farlo da prima dell’esplosione mediatica che ha avuto il cibo e, infatti, raramente guardo programmi a tema, li trovo tutti simili e noiosi, poi mi sono imbattuto in Bake Off UK.
Si tratta di un programma in cui dei pasticcieri amatoriali devono sfidarsi, puntata dopo puntata, in una gigantesca varietà di preparazioni dolciarie attraverso tre prove per ogni puntata. Il bello di questo programma, quello che mi ha appassionato, è stata la varietà di dolci proposta e il fatto che analizzavano i diversi metodi di preparazione, il che mi ha fatto imparare un sacco di cose sulla preparazione dei dolci.

Luis. Il migliore, riusciva a creare delle vere e proprie opere d’arte.

I concorrenti del programma inglese, anche se erano solo “amatoriali”, riuscivano a creare dei dolci di una complessità, di una originalità e di una bellezza unici (La cosa più semplice? Un “Set” di biscotti, disegnati in modo perfetto, che rapprensentavano la lotta tra San Giorgio e il Drago).
Quando ho visto che c’era anche la versione Italiana, nonostante i giudici mi fossero alquanto antipatici, ho deciso di vedere le prime puntate, sempre per lo stesso principio: Bravissimi pasticcieri che cucinano e io che posso imparare.
Purtroppo, Bake Off Italia non era allo stesso livello.

A prescindere dal fatto che non si possono paragonare le abilità degli “amatoriali” italiani con quelle degli inglesi, il che ci può dare già una perfetta idea di cosa si intende per amatoriale qui in Italia, ma il problema principale è il programma stesso.
In Italia c’è questo mito della sofferenza, il fatto che per creare qualcosa di buono devi, per forza, superare atroci difficoltà, gettarci l’anima, il sudore e il sangue, combattere “i tuoi demoni” e, alla fine, uscirne vincitore.
E la differenza tra i due programmi, come la differenza di mentalità tra noi e il resto del mondo civile, è questa.

Mentre in Bake Off Uk i partecipanti dovevano preparare dolci difficilissimi, magnifiche composizioni e utilizzare tutte le loro abilità e basta, in Bake Off Italia i dolci da preparare, almeno fin ora, sono “Semplici”, ma vengono imposti ai partecipanti alcune ridicole limitazioni:

  1. Tempi volutamente ristretti, perchè devono saper fare le cose ad una velocità disumana.
  2. In alcune prove non hanno potuto utilizzare determinati strumenti (La planetaria, ad esempio).

Sempre Luis, mitico!

L’esempio di Bake Off può apparire assurdo, ma l’ispirazione per questo post (Dopo mesi di assenza :O) mi è venuta dall’ambiente universitario, nel quale ho ritrovato lo stesso tipo di “Principio della sofferenza”.
Un corso che poteva essere tra i più interessanti si è rivelato uno dei più fastidiosi perchè l’esame consisteva in una tesina, con le seguenti limitazioni:

  1. I libri o gli autori scelti da analizzare/su cui scrivere il saggio potevano essere esclusivamente italiani. Perché è una cosa insensata? Perché se il mio corso di laurea dovrebbe insegnarmi a muovermi in ambito editoriale dovrei avere a che fare con tutto il mondo, specie nel caso in cui di un determinato argomento ci sono libri migliori scritti da autori stranieri che italiani
  2. Non sono ammessi errori di battitura (Apostrofi a caso, virgole mancanti, punti mancanti, etc. etc.) pena un abbassamento del voto ridicolmente pesante. Perché è una cosa insensata? Non sto neanche a spiegarlo.
  3. Il limite sono 10.000 battute (A prescindere dal fatto che ormai certe cose si dovrebbero misurare in parole), ma bastano a malapena a dare un senso compiuto ad un’idea storpia utilizzando citazioni su citazioni. Perché è una cosa insensata? Data la limitazione degli autori italiani, creare un saggio sull’argomento del corso in così poche parole (Circa 2000. Un lungo articolo.) è un’impresa titanica.

In poche parole non è importante che sia originale, abbia una scrittura brillante o spazi tra vari autori (O meglio, sono cose risibili rispetto al resto), l’importante sono le limitazioni, il sottostare a loro.
Forse non ne usciranno giornalisti in grado si scrivere saggi appassionati, originali, brillanti o ben scritti, ma di sicuro saranno in grado di cucire un’accozzaglia di citazioni e dar loro senso compiuto.


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Volevo iniziare un corso di scrittura…

House_of_Cards_Terza_Stagione Una delle cose che mi ha tenuto impegnato in questi giorni!…o almeno era quello il mio intento per il “Dopo Pasqua”.
Seguire un interessante corso di Scrittura trovato online, che alla fine mi avrebbe portato a produrre un paio di racconti conclusi e un altro paio di idee per altrettanti racconti.
Seguire interessanti lezioni e produrre qualcosa di utile, unire l’utile al dilettevole insomma. (Leggere libri, seguire corsi particolari, leggere manuali interessanti…la parte divertente del tentare di raggiungere la perfezione è la strada che si percorre!)

Purtroppo non ho ancora potuto iniziarlo, perchè il dopo Pasqua mi ha riservato sorprese.
Belle da un lato e brutte dall’altro.
Prima di tutto ho un paio di editing da terminare, e devo terminarli assolutamente, ma questi erano già in conto, e avrei avuto anche il tempo per fare quel corso e, contemporaneamente, riscrivere un vecchio racconto per darlo in pasto al Grande Dio Amazon (E, nel mentre, fare un po’ di pubblicità al mio nuovo ebook disponibile sia in mobi che in epub…*).

E queste erano le cose in programma, poi sono accadute cose che in programma non c’erano e che sono in parte una benedizione e in parte una maledizione.
I Corsi universitari.
Questi si, erano in programma, ma non immaginavo come si sarebbero dovuti svolgere.
Devo seguirli tutti perchè, per tutti e tre i corsi che sto seguendo ora, c’è bisogno, alla fine, di scrivere un saggio. Quindi devo essere presente per comprendere i professori che cosa vogliono, ma non solo.
Per due di essi i saggi, o delle “esercitazioni”, devono essere scritti lezione per lezione…ergo, questa cosa mi tiene impegnato, almeno sul versante scrittura, la maggior parte del tempo libero. (Mentre il resto è impegnato a sottolineare libri per altri esami…)

Una benedizione perchè, in questo modo, gli esami saranno più leggeri, sia perchè parte dell’esame sono i saggi sia perchè, in questo modo, si studia man mano che si fanno i corsi, ma una maledizione perchè tutto il tempo a mia disposizione è assorbito da questi saggi, il che mi impedisce, quasi del tutto, di fare qualsiasi altra cosa.

Quantomeno posso vedere serie tv e leggere fumetti, attività che, fortunatamente, prendono poco tempo.
C’è sempre bisogno di qualche attività per staccare dalla quotidianità e, oltre a queste, c’è sempre il cinema.
Cui mi dedicherò tra due giorni, andando a vedere “The Avengers: Age of Ultron”.
-2.

 


*Un esempio di come non avevo in programma di fare pubblicità 😀

 


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Nino Frassica alle Invasioni Barbariche!

Quando sono arrivato a Parma in pianta stabile, per cominciare il corso di laurea specialistica, ero già in ritardo di un semestre.
Questo ha ridotto di molto il mio tempo libero da quando sono giunto nelle parmigiane lande, ossia il 15 di febbraio, fino agli ultimi giorni di Marzo, quando tornerò nella terra natia per le feste.
Il motivo è semplice: intanto dovrei dare qualche esame.

Cosa c’entra tutto questo con Nino Frassica e le invasioni Barbariche?
Semplice.
Ieri ho finito di studiare tardi e, una volta messo a letto, ho acceso la tv per vedere cosa faceva.
Dopo aver dato uno sguardo alla parte finale di Seven*, sono capitato su La7
Beccando la parte finale delle Invasioni Barbariche, per la precisione gli ultimi minuti dell’Intervista a Nino Frassica.
Che ho recuperato ieri sera in streaming.

Nino Frassica è uno dei miei comici Italiani preferiti, tendenzialmente guardo qualunque cosa al cui interno ci sia lui, come ospite, attore o conduttore, non fa differenza.
Se c’è Nino Frassica, devo vederlo.
La sua comicità mi ricorda molto quella di Totò, basata sui giochi di parole, sul discorso, sui lemmi assurdi e sui ragionamenti campati in aria.
Un tipo di comicità, per me irresistibile.

Ed è per questo che non solo vi lascio la sua intervista qui sotto, ma vi consiglio anche di comprare la sua autobiografia.
Cosa che io farò nei prossimi giorni!**


*Mitologico film con Kevin Spacey, Brad Pitt e Morgan Freeman! Se non lo avete mai visto…guardatelo!
**L’avevo già vista prima, un mesetto fa, ma non la presi. Me Tapino. (Cit.)

 


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Buk di Modena 2015: io c’ero

EDIT: Questo era il post che avevo perso, che l’altro ieri tra i post in bozza NON appariva. WordPress trollone. Vabè, ve lo beccate oggi! 😀

Lo stato in cui versa l’editoria nostrana è palese, tutti sapete cosa si pubblica, quanto si pubblica, per chi e soprattutto perchè, ma, nonostante questo, fiere di questo tipo hanno sempre fascino per me.
Sarà l’indefessa speranza di trovare qualcosa di buono in grado di portare consolazione come una nella pizza fumante (Ovviamente “Quasi come…”, ma vabbè.).

Anche perchè la piccola e media editoria, di solito, nasconde molte più perle di quanto possiate immaginare, a meno che non sia in mano a dei completi incapaci, una piccola, o media come ho detto, casa editrice può regalarvi (previo pagamento, ovviamente.) degli ottimi libri.
Con questa speranza sono andato al Buk e devo ammettere che non sono stato deluso.

C’ero già stato un paio d’anni fa, mi pare, in compagnia di un amico e, all’epoca, c’era anche lo stand di una mia editrice (Avevo pubblicato un racconto in un’antologia.), ma anche il Buk era più grande (O almeno i miei ricordi questo mi dicono), il che significa un restringimento del mercato, ma io non ho un’ottima memoria, quindi non faccio testo.

Dicevamo, ho trovato alcune case editrici molto interessanti di cui ignoravo l’esistenza, ma che mi hanno colpito per la loro produzione, ve ne voglio citare giusto un paio, che sono poi quelle delle quali ho acquistato qualcosa:

1) La “Sagoma Editore”, specializzati in narrativa, saggistica e qualsiasi altra cosa riguardi l’umorismo o la satira. Aveva dei saggi molto interessanti su Attori comici, comici di professione, programmi storici e un interessante manuale di scrittura (Che non ho preso per il semplice fatto che non sono un comico, un intrattenitore satirico o uno scrittore umoristico.)

2) La “Edizioni Quodlibet” non l’avevo mai sentita prima, o almeno così pensavo. Appena arrivato a Parma avevo notato un bel libro a casa di mia zia, comprato di fresco, ossia “Consigli Inutili” di Luigi Malerba, molto bello, ma non feci caso all’editore. Quando passai davanti allo stand della Quodlibet notai quello stesso libro. Un caso? Non credo, e quindi non potevo non fermarmi a dare un’occhiata. Un catalogo molto, molto interessante, dal quale io ho pescato “Morti Favolose degli Antichi”. Le morti strane, particolari, assurde o anche epiche sono un genere che mi intriga. Non è il primo libro di questo genere che compro!

Ce n’erano anche un altro paio interessanti*, ma purtroppo il mio giro è stato breve e non ho potuto vedere tutto bene come avrei voluto.
E speravo di trovare un paio di case editrici che seguivo solo online (Come la Meridiano Zero, ottima casa editrice).

Beh, il futuro dell’editoria (Attenzione, non della “Scrittura”, perchè ci sono un mucchio di scrittori indipendenti che hanno praticamente rigenerato la narrativa d’immaginazione qui in Italia :D) di qualità, il poco di qualità che rimane in italia, è nelle piccole e medie case editrici.
Dovrò farci un post, sulla case editrici valide che abbiamo qui in Italia.
Presto, intanto, buona lettura!


*I due vecchietti che vendevano il loro romanzo erotico erano semplicemente mitici xD

 

Sono il tuo Sogno Eretico, Caparezza

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Quando mi chiedono il mio genere musicale preferito dico di non averlo, perchè spesso e volentieri mi piacciono canzoni di quasi tutti i generi musicali (House,Tecno, Neomelodico…questi sono esclusi, personalmente non li considero generi musicali :D), ma ho un cantante preferito.
E questo cantante è Caparezza.

Potrei parlare ore di lui, delle sue canzoni, della sua poetica e del perchè sia il miglior cantautore italiano di, come minimo, gli ultimi 15 anni, ma non è questo che voglio fare.
Un paio di giorni fa mi è venuta in mente l’idea per un racconto, un racconto con al centro un Eretico.
E cosa c’è di meglio, allora, di farvi ascoltare “Sono il tuo Sogno Eretico”.
Una musica fantastica.
Un testo spettacolare, che contiene più storia di un intero libro.
Buon’ascolto!


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La Teoria della Stupidità

Ho parlato della stupidità già un po’ di tempo fa, con Idiocracy, ma ho deciso di riproporvi oggi l’argomento*, esponendovi la “Teoria della Stupidità”.
La Teoria della stupidità fu elaborata dallo scrittore Carlo M. Cipolla, che approfondì il tema della stupidità umana e formulò la famosa teoria.
Questa teoria vede gli stupidi come un gruppo unico, senza ordinamento, organizzazione, vertici o statuto, ma che riesce a operare con grandissima efficacia e coordinazione.
Il che lo renderebbe un gruppo più pericoloso di organizzazioni come la mafia o le lobby industriali.

E’ una cosa che, almeno a me, ha fatto pensare.
Come possono tantissime persone avere lo stesso tipo di comportamento, appunto, stupido?
Nel libro pubblicato da Cipolla, The Basic Laws of Human Stupidity, sono elencate le cinque leggi fondamentali della stupidità, che sarebbero:

  1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
  2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
  3. Una persona è stupida se causa danno a un’altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per se o addirittura subendo un danno.
  4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticando costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore.
  5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
Possiamo notare, dalla terza legge, che Cipolla usa due fattori per analizzare la stupidità:
Danni o vantaggi che l’individuo procura a se stesso e Danni o vantaggi che l’individuo procura ad altri.
Quindi, creando un grafico con questi due fattori , si ottengono 4 tipi di persone:
Intelligenti: Coloro che fanno vantaggio per se e per gli altri.
Sprovveduti: Coloro che danneggiano se stessi avvantaggiando gli altri.
Banditi: Coloro che danneggiano gli altri per avvantaggiare se stessi.
Stupidi: Coloro che danneggiano se stessi e gli altri.
Interessante anche perchè Cipolla riesce a ritrovare, in un enorme ed eterogeneo gruppo di persone, uno stesso comportamento, per quanto distruttivo e autodistruttivo.
Come se la stupidità fosse incisa nel DNA di alcuni soggetti, un tratto genetico come la caduta dei capelli, il naso adunco e il saper piegare la lingua.
Gli stupidi sono fra noi.
Attenzione.


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A cosa Diavolo Sto Lavorando (2)

Quando un vecchio progetto finisce e uno nuovo inizia ci si ritrova sempre in una specie di Limbo: felici di aver finalmente concluso uno scritto, ma allo stesso tempo ansiosi per dover mettere mano a qualcosa di nuovo, perchè di certo non si può restare con le mani in mano!

E allora, cosa sta succedendo in questo periodo?
Avrei già dovuto cominciare da tempo la riscrittura di un saggio, molto lungo e molto interessante, che però è stata posposta di qualche giorno, il Soggiorno Parmense e alcune cose che sono successe intanto, fulmini a ciel sereno, hanno preso il mio tempo e la mia attenzione in modo quasi totale, quel poco che è rimasta tenta di iniziare a studiare e aggiornare questo bazar!

Intanto ho finito il lavoro per la 40K, di cui parlai un po’ di tempo fa, combattendo contro la mia vita reale, ma il saggio, come ho detto, ha dovuto aspettare. In questi giorni lo riprenderò, anche perchè ho con me del materiale per ampliarlo.
In ogni caso la copertina, fatta fare apposta, è pronta, manca solo il lettering…ho un deja vu, voi no? xD

Ho terminato, intanto, un nuovo editing per Massimo Mazzoni (Potete dare un’occhiata qui  ai miei clienti e hai loro lavori, l’ultimo di Massimo è “Slittamento di terzo Grado”), e ho cominciato due nuovi editing per due autori diversi.
Ovviamente non dirò nulla perchè saprete tutto quando i lavori che sto editando usciranno fuori!

Intanto mi sono messo sotto con lo studio…
Ci credete, ve?
Credeteci anche voi con me, dai! 😀

A presto, spero con nuove nuove sul saggio in preparazione!30